Pedalare i cazzi tuoi!

26 04 2007

“Italia a rischio di siccità”, “Siamo sotto mezzo metro”, “meglio che il governo dichiari lo stato di allarme”. Quante frasi del genere in questi giorni… Si perché piove poco, siamo a rischio di desertificazione, e se non piove, le nostre riserve di acqua ed elettricità potrebbero non bastare per i dispendiosi climatizzatori degli uffici e delle case, senza contare il danno che ci potrà essere per agricoltori.
Meglio che ci si inizi a svegliare porcoddue. Non sembra una novità il surriscaldamento del globo e non è difficile pensare che se piove meno ci sarà sempre meno acqua. Invece no, fare scelte lungimiranti sembra così arduo. Per cui anziché spendere soldi per nuove infrastrutture di produzione di energia, si continua ad arrivare con “l’acqua alla gola” ed i risultati sono questi. Dobbiamo importare continuamente energia dall’estero e non sono infrequenti black-out di energia elettrica, soprattutto in estate. Le pochissime volte che si progetta la costruzione di impianti eolici gli ambientalisti rompono i coglioni per il deturpamento del paesaggio, non si vuole il nucleare (sull’onda di un vecchio referendum post Chernobyl)… e allora? Allora pedala! Mi sa che ci toccherà a tutti pedalare per generare corrente in casa, in barba ai chili di troppo!
Un ventilatore o un ventaglio no, eh?!  Climatizzatori accesi anche di notte in casa, lì si che si dovrà pedalare ma del resto se vuoi la bicicletta…
Ma non è questo il problema; che si spenda energia elettrica  non è un problema, il problema è averne abbastanza per alimentare i nostri dispendiosi agi.
Una soluzione migliore forse c’è. Anziché destinare il tesoretto nell’aumentare stipendi, già spropositati, al pubblico impiego, come chiedono demagogicamente diversi, perché non risanare il gap infrastrutturale che ci affligge? Se proprio non si vuole il nucleare (ormai sicuro grazie al progresso) per la produzione di scorie, ce ne sono altri più puliti, eolico, fotovoltaico, idrogeno. Anziché bloccare gli investimenti stranieri che in questo campo farebbero comodo, lasciamoli liberi; loro ci guadagnano e noi pure con un servizio migliore. Forse meglio pensare all’oggi e spendere un mucchio di soldi nell’importare energia e, se davvero gli agricoltori subiranno un danno, aumentando i già elevatissimi sussidi, del resto “del doman non v’è certezza”.

 

Lenz





Congresso Ds, Atto Terzo…

26 04 2007

Lo so so, arrivo sempre dopo la puzza ma il mio cpu ha cominciato a fare le bizze proprio sul più bello (politicamente parlando). Domenica, quando volevo scrivere del neonato soggetto, ha deciso di non connetersi più. Vabbé, grazie Tronchetto che questa volta ha fatto un buon lavoro ma soprattutto celere (non solo nello spartirsi i ghiotti dividendi). Bando alla ciance, qualcuno è sceso dal treno in corsa (speriamo non si sia fatto troppo male), qualcuno avanza molto dubbi ma ci siamo: è praticamente fatta! Si può dire che il Pd sia nato. Le ultimi, e per il sottoscritto toccanti, dichiarazioni di Fassino sabato sono state alquanto eloquenti: “Non finisce qui una storia, ne costruiamo una più grande”, “è fondamentale portare nel Pd tutti i nostri valori e rimettere in campo tutta la nostra forza, il nostro credito, i nostri uomini”, “le nostre bandiere non saranno ammainate”, “La casa che costruiremo sarà più grande, più bella e più accogliente”. Diranno gli scettici, solita retorica politica. Secondo me nelle parole del segretario non c’è solo retorica, ma anche una buona dose di convinzione verso questo nuovo soggetto naturale ed inevitabile sfogo del progetto iniziato con l’Ulivo al quale crediamo.
“Oggi dirsi democratico significa essere di sinistra”, sacrosante parole che pare che gli alleati diellini non abbiano ricevuto bene; di sinistra non di centro. Infatti, conclusosi domenica anche il congresso della Margherita, Marini ne esce, seguito, ahinoi, a ruota anche da Rutelli, con la possibilità di creare nuove coalizioni con la parte centrista, rompendo così lo schema bipolare ed avvicinandosi al progetto casiniano (in tutti i sensi) del grande centro. Che i popolari siano nostalgici della dc si sapeva, ma Rutelli cazzo c’entra?! I patti non erano questi, già si litiga sulla collocazione internazionale (su cui già mi sono espresso), poi saltano fuori queste manie vetuste e per fortuna superate? Non ci siamo, il Pd deve essere un partito di sinistra, se poi nella coalizione si decide di annoverare anche centristi ben venga, ma in sostituzione di nessuno, altrimenti giuro che passo a sinistra. Un sistema più ingessato di questo non è quello di cui abbiamo bisogno; meglio lavorare su riforme, anche bipartisan, che diminuiscano il potere di veto dei partitini e delle minoranze, senza cancellarne l’identità.
Altri abbandoni inaspettati, post congresso. Angius e molti della terza mozione (ca una quarantina di parlamentari) hanno deciso di lasciare e seguire il compagno Mussi verso il rischioso indefinito. Dicono che non se ne sentirà la mancanza, ma secondo me faceva comodo un contradditorio all’interno del Pd che tirasse verso sinistra (in particolare dopo il discorso di cui sopra). Inoltre credo che, nonostante il deludente risultato di questa mozione, essa abbia raccolto un malcontento comune sulla necessità del Pse. Magari che non s’è pienamente espressa per l’effetto pecora e per la fiducia che molti (tra cui chi scrive) pongono nel Pd; ma che se sarà tradita, verrà meno con conseguente cambio di indirizzo. Comunque meglio, come ho già detto, che a metà se non si è intenzionati a lavorar sodo.
Speriamo che Rutelli torni in sè, magari anche più di prima, e che Marini continui a fare il presidente del Senato. Speriamo in riforme istituzionali (ah, sono cominciate le firme per il Referendum sulla legge elettorale). Speriamo, inoltre, che le botte di chi è sceso dal treno non si facciano sentire con il tempo, in una parola in bocca al lupo anche a voi Compagni!

 

Lenz





Congresso Ds, Atto Secondo…

21 04 2007

Da sottolineare l’articolo di oggi del Senatore a vita Francesco Cossiga sul Riformista. Si tratta di stralci del discorso che doveva tenere al congresso della Margherita, ma che alla fine non c’è stato, e non me ne meraviglio visti i contenuti. Se potete reperirlo fatelo, sennò chiedetelo a me.

Il Buon Cossiga, imbavagliato ma non troppo (visto che il suo discorso alla fin fine è saltato fuori) sostiene in queste righe come la casa naturale, a livello europeo, di un partito di sinistra che si pone come riformista, non possa che essere il Pse. A sostegno di questo elenca le “proposte” programmatiche di ogni singola corrente dl smontando la possibilità di “risuscitare  in Italia ed in Europa, l’antico riformismo cristiano-democratico frutto della resistenza dell’antifascismo di tanti cattolici e protestanti europei e ormai dissoltosi nel grande blocco consertvatore moderato, o adirittura di cancellare dal campo del riformismo italiano ed europeo il socialismo”.  Parole forti per un esponente politico ormai “fuori dai giochi” la cui vicinanza alla Margherita non è estranea. Chissà che Rutelli non l’abbia letto (onde poi censurarlo).

Inoltre l’abbandono di Prodi a fine legislatura, annunciato al congresso di Roma, vuole essere una risposta concreta e seria del premier a coloro nell’opposizione che vedono il Pd come un progetto di Romano per avere finalmente un partito che lo sostenga. Risposte migliori di coloro nell’opposizione commentano con “questa cosa ci ha delus o- ha invece detto Silvio Berlusconi- Speravamo prima”. Altra pisciatina fuori dal vaso.  Lunedì lo farò preente a quel fascistone compagno di corso, chiamato in amicizia Compagno R, che tanto ha rotto i coglioni con questa storia!

Lenz





Congresso Ds, Atto Primo…

21 04 2007

Presto, troppo presto per tirare somme dal congresso che tutt’ora si sta svolgendo al Pala Mandela a Firenze, l’ultimo, forse, dei Democratici di Sinistra.
Solo un paio di osservazioni. Personalmente non ho visto nessun intervento, ora sono molto impegnato, su dsonline; in compenso ho letto i resoconti sul buon vecchio Riformista. Pare che la storia dei Ds sia davvero al termine; si vede al Congresso una forte determinazione alla nascita del nuovo soggetto e questo è molto positivo.

Certo diversi nodi da sciogliere rimangono, non solo la collocazione internazionale, la cui ambiguità permane nonostante il discorso del segretario Fassino (che ha sfoggiato una ambigua retorica stile dei migliori democrtistiani); anche l’elezione della costituente crea non pochi grattacapi: veltronellum (scelta a livello locale) o Fassinellum (scelta a livello di segreteria; l’ho inventato io…)? La prima preferita a d’Alema, avvantaggiato nelle singole sezioni e quindi riuscirebbe a mandare un maggior numero di suoi seguaci, la seconda preferita a Fassino il cui discorso è identico.
Patti, alleanze roba che neanche il Mossad riuscirebbe a tirarci fuori la testa. Ultima quella tra d’Alema e Veltroni sul Veltronellum. Pare che l’astuto d’Alema abbia capito la popolarità di cui gode l’abile comunicatore sindaco di Roma, ed abbia deciso di farselo amico magari promettendogli altro in cambio.
Leadership: il presidente dei Ds declina la domanda dell’Annunziata (la cui deficienza sfiora i limiti del normale) sul tema chiedendosi il senso di una domanda su chi comanderà un partito non ancora nato, ma nel mentre decide di mettere da parte la presidenza del partito “morente” e questo a che pro se non quello di liberarsi le mani per una candidatura più libera al futturo partito? Certo che primo segretario non è una posizione comoda, tutto nuovo, pressioni da parte anche dei diellini; ergo meglio lasciare la patata bollente al  buon Prodi, che tanto ormai è a fine carriera. Fassino, Veltroni, d’Alema sono certo i più quotati ma gli unici nomi illustri dei Ds (a cui vanno aggiunti Franceschini, Rutelli &C).
Nel mentre si prende per acquisito (perché tale è dopo il discorso di Mussi) la perdita di pezzi per strada; mentre quelli della terza mozione vogliano rimanere dentro per vedere come va a finire, onde, se la barca affonda, lasciare immediatamente la nave dicendo “ah noi l’avevamo detto”. Non si fa così, o dentro convinti ed attivi perché salti fuori qualcosa di presentabile, o fuori non a metà. Angius guarda con favore la nuova costituente socialista, ma dentro altri mini fratture (Zani) che vorrebbe stare a metà, degno dei migliori dc. Del resto ci si sta unendo con un partito i cui esponenti sono per la maggior parte, pezzi della frantumatata dc.
Vedo in Mussi almeno il coraggio di lasciare a fronte della non condivisione degli argomenti e del programma e di cercare qualcosa di meglio; e non star lì in un limbo nella ricerca del posto migliore minacciando scissioni. Il suo discorso è stato commovente e credo che nessuno abbia nulla da obiettare (l’applauso tributatogli ne è chiara manifestazione) nel ringraziarlo di cuore per l’apporto che ha dato in questi anni.
Ma i discorsi su chi annoverare nel Pantheon (ma chi cazzo l’ha tirata fuori questa vetustà?) sono molto più attuali e perversano sulle prime pagine. Meglio evitare la paventata meta fusione a freddo poi in seguito decidere chi mettere nei padri, anche in seguito al lavoro ed alla piattaforma che il neonato Pd presenterà. Sennò ancora divisioni.
La minaccia di Fassino “nel Pse o niente Pd” non pare credibile, soprattutto in seguito agli strappi che dei vari leader diellini al loro congresso a Roma. Come la chiamerebbe il mio prof di Giochi e Strategie, “aria fritta”. Il Pd è ormai inesorabile, salti fuori decentemente o no, anche se da Roma ne esce un no al Pse; al più si può pensare ad una collaborazione con i Socialisti europei, che pare a chi scrive, troppo poco.
Ciò che non capisco è la retorica con cui i diellini rifiutano di morire socialisti. Essere socialisti oggi non significa anelare alla rivoluzione di marxiana memoria; il Pd vuole essere un partito riformista ed in quanto tale la collocazione naturale non può che essere la grande famiglia riformista europea, il Pse.
Chiudendo i sondaggi, danno il Pd al 23%. Cifra da pesare in quanto immagino che molti stiano aspettando per vedere cosa davvero ne esce. Ecco l’importanza di lavorare affinché non salti fuori ciò che Boselli definisce “compromesso storico bonsai” e questo sarebbe la fortuna del nuovo Psi.
Scusate se vi ho tediato ma era doveroso visto il partito a me vicino e vista l’importanza dell’argomento.

 Lenz





La polveliela

13 04 2007

Lo so non c’è un cazzo da ridere ma non ci posso far niente… a me fa sbragare!
Foto
sul corriere di oggi: un cinese che avvinghia un poliziotto mentre viene pestato. Mi sembrava di essere tornato cinnazzo quando guardavo i film di Bruce Lee o peggio ancora di Jackie Chan.

Ad ogni modo pare che si siano incazzati benino questa volta ed il motivo per cui ho deciso di scrivere qualcosa non è solo l’ilarità, ma anche un po’ di serietà. Siamo abituati a rivolte cittadine, comunque sia abbastanza ridotte e mai di cinesi. L’impressione è che questo non avvenga mai perché evitano l’integrazione come la peste e si chiudono in un microcosmo parallelo riproducendo una Cina in miniatura (per spiegazioni sociologiche rimando al buon Bebo o alla Kikka) con loro amici, loro cibi, loro regole. Vivi e lascia vivere in soldoni. Pare che l’amministrazione della Moratti, abbia deciso di porre fine al “degrado” di via Sarpi (nessun certificato di morte di cinesi a Milano, macchine parcheggiate per carico scarico merci) insopportabile a tal punto che nelle zone adiacenti c’è stato un fuggi-fuggi di “auotoctoni”. Cosa fare per farla finita senza dare nell’occhio? MULTE ALLA CAZZO! Leggesi: multe ai soli cinesi. Bum, e la polveriera esplode: i cinesi giustamente s’incazzano tacciando l’amministrazione di razzismo, ed ecco Bruce Lee manganellato.

Riflettere, riflettere, riflettere, Lety prima di fare delle cazzète; l’amministrazione precedente non aveva fatto niente continuando a dare licenze senza batter ciglio (secondo me dietro ci sono mazzette della Triade, ergo ZIA MARICA). Indi per cui il problema va affrontato con le pinze nel pieno rispetto delle leggi e della dignità di ogni essere umano. Sarebbe da ammirare un quartiere cinese con ristoranti, negozi ed architetture tipiche del Sol Levante (tipo San Francisco), dove però la legislazione vigente sarebbe quella italiana.

Forse è il caso che muova anch’io per nuovi lidi visto che da via Ferrarese alla Bolognina stanno aprendo diversi negozi Paki?! Pakitown… Perché no?

Lenz